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Il nuovo ruolo del Leader

Leadership

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Ciao, sono Ottavio, Ottavio Corali. Oggi vi parlerò del ruolo nuovo del leader.
Il leader o il capo.
Il motivo principale che mi ha portato a scrivere insieme ai miei colleghi la nostra esperienza su questo manuale, su questo libro, è stato proprio cercare di focalizzare tutti insieme un lungo percorso di successo che stiamo vivendo, che abbiamo costruito nell'area che coordino. E negli ultimi 15-18 anni ne abbiamo passate tante. È molto facile dire eravamo in 48 18 anni, fa siamo in 326, bellissimo, ma quanta complessità c'è dietro, quante sfide abbiamo raccolto, quante persone abbiamo ascoltato, quante cose abbiamo condiviso.
Sulla copertina del libro c'è scritto talento, visione, metodo e disciplina per essere un leader e non solo il capo. Personalmente penso che una delle qualità principali sia intanto come leader sapere dove voglio arrivare insieme alle persone che coordino. Quindi trasparenza, quindi condividere, non comunicare, condividere il percorso che ci porterà sulla collina, fatemi dire. Quindi l'ultima delle persone arrivate in struttura deve sapere dove vogliamo andare e come.
L'importanza di essere poi di supporto a queste persone, perché è molto facile, come si usa dire, armiamoci e partite, ci armiamo e partiamo insieme.
Una delle chiavi del successo di questo armiamoci e partiamo sta in itinere durante il percorso ascoltare le persone che sono con te da leader, quindi non comandare, indicare, ascoltare. Ascoltare vuol dire prendere atto anche di suggerimenti, di momenti di confronto.
Personalmente adoro le persone che non sono d'accordo con me e mi dicono che cosa farebbero, perché è molto facile dire non sono d'accordo con te, un pochettino più complesso ma utile, sapere il motivo, condividerlo e portare nuove idee. E non è facile, soprattutto nel momento in cui hai successo, perché la tendenza è te lo dico io, io so come si fa, no, io non so come si fa, so di sicuro dove voglio andare.

Ci sono momenti sicuramente esaltanti durante i percorsi di crescita e non bisogna cadere nel pensare che poi tutto proseguirà in positivo così come sta succedendo. Sta succedendo un qualcosa di molto bello in conseguenza di tante azioni che abbiamo fatto insieme, che abbiamo realizzato insieme, sulle quali ci siamo confrontati, passando anche attraverso momenti di complessità, dove le persone che coordino, o qualcuna delle persone che coordini, magari anche tra le più importanti, ha difficoltà personali, difficoltà familiari, che vanno considerate. Devi sapere da leader che cosa sta succedendo alle persone che lavorano con te, mi ripeto, alle persone che lavorano con te, non ai professionisti, sono persone prima di essere professionisti. Questo fa sì che la tua capacità, la tua autorevolezza nel ruolo aumenti. Si è leader non perché qualcuno ti ha detto o ti ha dato l'imprimatur di essere il leader di quel gruppo, leader lo si diventa, te lo conquisti tutti i giorni questo ruolo con l'autorevolezza, non ci sono altre strade.
È molto facile dire sono il leader, sono il capo, leader significa sentirne la responsabilità, sentire la responsabilità delle persone che coordini, conoscere i loro obiettivi, loro, non i miei, loro, e fare in modo che vengano perseguiti, che i loro sogni vengano realizzati, personali e professionali. Questo è un grande impegno, e anche il leader è un uomo, e quindi deve capire anche per se stesso quando è il momento perché no di confrontarsi con qualcun altro, perché anche il leader avrà un leader. Preferisco sempre un leader e non un capo, fortunatamente ho dei leader che sono, se vogliamo fare una scala gerarchica, sopra di me, e quindi sapere quando è il momento di dire attenzione, facciamo un punto nave, fermiamo la voce, come amo dire io, e ragioniamo, questo vale sia nei momenti di tutto va bene, sia nei momenti dove apparentemente tutto va male, c'è sempre una soluzione.

Se lucidamente inquadro la situazione, se ascolto, torno sempre là, il mio team, le persone che lavorano con me, come dico, si accettano consigli, ma non solo dalle strutture manageriali che coordino direttamente, anche, e ho la fortuna di averne tanti, da giovani neo-inseriti nella mia struttura. Sono giovani, per forza anche solo forza e potenza della differenza anagrafica, della visione, del background culturale e formativo, hanno teste diverse dalla mia e li ascolto. Fortunatamente hanno visioni illuminanti, devo dire, e allora diventi leader nel momento in cui sai dosare tutte queste particolarità del nostro quotidiano. E l'autorevolezza te la guadagni tutti i giorni sul campo, non ci sono altre strade, non esistono strade diverse, nel momento in cui eserciti l'autorità del ruolo stai perdendo, c'è qualcosa che non va. Allora è molto bello sentirsi dire, come mi è capitato tante volte come esperienza professionale, qualcuno che ti apre la porta del tuo studio e ti dice della tua stanza col sorriso, ciao capo, cos'è che ti serve per fare il budget? E io dico, niente, andiamoci a prendere un caffè va bene così, raccontami di te. Però lì sei arrivato, c'è una persona che ti dice manca qualcosa, cosa posso fare per te? Allora anche a livello personale è un momento bellissimo, perché ti stanno restituendo il valore della persona che sei e hai costruito con loro un valore che va al di là dei numeri. I numeri sono una cosa straordinaria, ma sono l'espressione di un percorso che hai fatto insieme a tutti quanti. Allora, sapere dove si è, come si è ottenuto un successo, è fondamentale, ecco perché nasce il Manuale del Manager, e ognuno di noi è manager, non sei manager perché coordini una struttura di persone, anche un professionista che apparentemente è da solo, è manager di se stesso ed è difficilissimo, è manager verso la clientela che segue e che sviluppa, e quindi sapere come ci si muove, ascoltare gli altri, fare il punto della situazione, ascoltare le esperienze altrui, le migliori esperienze altrui, ci fa diventare dei professionisti autorevoli. Poi ci vogliamo chiamare manager autorevoli? Assolutamente sì, e quindi in sintesi il manager sa dove vuole andare, lo comunica, lo condivide, è di supporto a tutta la propria struttura per arrivare laddove deve, vuole arrivare in serenità e sempre con grande quotidiana autorevolezza.

Il nuovo ruolo del leader: autorevolezza, ascolto e gestione del team

Cosa significa essere un leader e non solo un capo? Nel mondo della leadership moderna, il vero successo manageriale nasce dall’autorevolezza conquistata giorno dopo giorno, dall’ascolto attento del team e dalla capacità di bilanciare talento, visione, metodo e disciplina.

Essere leader non significa solo dirigere numeri e strategie: è un percorso che coinvolge le persone, riconoscendo le loro esigenze personali e professionali, condividendo obiettivi e valorizzando il contributo di ogni individuo. L’ascolto, la trasparenza e la capacità di supportare il team sono elementi chiave per costruire una leadership efficace e duratura.

Il Manuale del Manager offre strumenti concreti per chiunque voglia sviluppare competenze manageriali autentiche: dall’uso della comunicazione efficace alla gestione dei conflitti, dalla valorizzazione dei giovani talenti alla costruzione di un ambiente di lavoro motivante e coeso. Un leader sa dove vuole andare, coinvolge chi lo segue e crea un percorso di successo condiviso.